L’imamah danese, speranza del femminismo islamico – SLUM.

Sherin Khankan è il nome della donna che sta rappresentando il femminismo islamico occidentale odierno diventando Imamah della moschea Mariam a Copenaghen, in Danimarca. Una delle poche imam donna o, appunto, imamah dopo Aisha la moglie del profeta Mohamed, diventa dunque un grande manifesto femminista del mondo islamico che viene sempre più frainteso nei suoi contenuti accusati di essere maschilisti a causa dell’influenza successiva di culture e tradizioni tremendamente arretrate.

Sherin è una sociologa delle religioni che ha intrapreso una lotta portando un islam liberale e nettamente distante dalla cultura patriarcale che ancora oggi domina nel mondo, ma che si vede contrastata da molti movimenti femministi che si attivano contro il solito modo di pensare “al maschile”. Lo scopo, quindi di Sherin e di tutte le attiviste islamiche presenti in Europa ad oggi è quello di trovare dei punti d’incontro tra i valori occidentali e l’Islam. Motivo per il quale nella moschea Mariam a guidare la preghiera del venerdì è una donna, si celebrano matrimoni interreligiosi nei quali anche una donna può avere la libertà di sposarsi con un uomo di una religione differente, e nella quale si può intraprende un percorso spirituale molto profondo che supera i limiti della concezione religiosa secondo le correnti più integraliste come il wahabismo e il salafismo.

Sherin è mamma di quattro figli, ha dei lunghi capelli chiari rigorosamente scoperti per la sua decisione di non portare il velo, e quindi di ribellarsi alle imposizioni della cultura araba, nata dall’unione di una donna finlandese e un uomo siriano e laureata a Damasco, utilizza i suoi 43 anni di esperienza per poter approfondire ed argomentare molti aspetti della religiosità nell’era moderna riuscendo a superare dei limiti imposti negli anni dalle autorità religiose maschili al fine di un raggiungimento concreto della parità dei sessi anche a livello spirituale. Per questo motivo Sherin è attaccata molto brutalmente sul web, ma non si fa intimidire e continua a portare avanti questa lotta ideologica che mira alla libertà di donne e uomini, infatti anche quest’ultimi si vedono vittime e non solo carnefici di un patriarcato che impone dei ruoli non indifferenti all’interno della società oltre che nell’islam stesso. Sherin non è la sola a condurre questa lotta, che vede protagonista anche altre grandi città europee come Barcellona (moschea liberale Ibn Rushd-Goethe), Londra (movimento:Inclusive Mosque Initiative), Berlino (esponente attivista: Seyran Ates) e Zurigo (esponente attivista: Elham Manea) animate da un gruppo di attiviste che si impegnano a diffondere al meglio una visione liberale con l’apertura di nuove moschee di corrente sufi, ma è appoggiata da vari gruppi che ad oggi formano il femminismo islamico occidentale.

Il femminismo islamico, quindi, può esistere non portando il velo o portandolo; consacrando lo stesso diritto di potersi vestire e svestire a proprio piacimento senza per forza doversi piegare ad un’autorità maschile che sembra essersi presa nei secoli una libertà decisionale sul corpo della donna dapprima e anche al di fuori del contesto islamico. Non solo l’occidente si impone contro queste concezioni, ma si sente sempre più spesso parlare di una sorta di “primavera araba femminile” o “primavera rosa” formata da donne del mondo arabo che vogliono riaffermarsi come parte integrante della società indipendente tanto quanto la figura maschile: come nel caso più recente della manifestazione delle donne marocchine contro la poligamia del 12 ottobre 2017. Il problema ricorrente nel femminismo, però, è la stessa continua ricerca di un canone ben preciso da seguire per poter ottenere una libertà incondizionata della donna in ogni ambito, e di certo la continua espansione di certe etichette comportamentali non favoriscono questo lungo percorso di ribellione. Per questo motivo è importante diffondere l’idea che ogni donna debba sentirsi libera di poter scegliere come vivere la propria vita mettendo da parte ciò che richiede la società con un vero e proprio protocollo di comportamento, ma piuttosto indirizzare verso una scelta libera, razionale ed indipendente la vita di ciascuna.

Sherin si differenzia da molte altre femministe perché cerca di sfruttare ogni dogma religioso a favore delle donne piuttosto che allontanarsi dalla religione stessa, ma sarà necessario ricreare un nuovo Islam o basterà tornarne alle radici senza l’influenza delle varie ideologie patriarcali che riguardano tutto lo scenario mondiale dei secoli successivi?

Munira

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