Austria. La decisione del Governo Kurz di chiudere 7 moschee e di espellere 60 imam di origine straniera è vista con sospetto. Nonostante una delle moschee sia effettivamente legata al Governo turco e 40 degli imam a rischio di espulsione siano vicini alla figura di Erdogan, vengono dubbi sui restanti numeri e sulle parole di Kurz. Il Premier Austriaco avrebbe infatti dichiarato di “essere solo all’inizio” in un messaggio che non lascia dubbi sulla sua intenzione di continuare la sua linea dura contro l’Islam.
I nomi delle moschee la cui chiusura è stata decretata non sono ancora noti, il che lascia dubbi sulla trasparenza delle decisioni del Governo austriaco.
Difatti, essendo la giustificazione della decisione basata sul fatto che la moschea turca presa di mira fosse legata al movimento di estrema destra dei Lupi Grigi, non si comprende quale sia stato il motivo di chiusura delle altre 6 moschee, tutte regolarmente visitate da persone di origine araba.
Nel caso in cui risultasse che l’Austria stesse colpendo indiscriminatamente le moschee di origine straniera, senza tenere conto delle loro basi politiche e religiose, dovremmo chiederci quali possano essere le conseguenze di tale politica.
Decretare che tutte le moschee costruite o gestite con fondi stranieri siano pericolose per la democrazia è una mossa azzardata, che porta a catalogare il mondo musulmano come incapace di vivere all’infuori di dittature ed estremismi.
Martina Mahnoor Zuliani
Reputo essenziale la lotta all’estremismo, va benissimo la trasparenza, ma chiusura indiscriminata di luoghi di culto non sia la scusante per ridurre la libertà di culto e non si demonizzino intere comunità con cavilli vessatori
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