Questo articolo è stato tradotto, trovate l’originale scritto da Shannon Power per GayStarNews — qui
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Un giorno, la mamma di un accademico bisessuale, Drew Dalton, stava facendo le pulizie, quando inciampò in alcune delle sue “pubblicazioni segrete”. Eppure non rivelò mai al figlio di averle trovate.
Soltanto quando Drew tempo dopo si dichiarò musulmano lei gli confessò di aver già avuto un certo sentore delle sue inclinazioni religiose.
“Beh, diciamo che lo immaginavo, ho trovato la tua pila di Corani”.
“Onestamente, mi sono sentito come se fossi stato un quindicenne che nasconde un porno. E mi sono ritrovato a dover fare di nuovo coming out” ha detto Drew a Gay Star News.
“Ma è stata fantastica.”
Il 38enne è da molto tempo sostenitore della giustizia sociale ed ha lavorato con Peter Tachel, un veterano tra gli attivisti LGBTI. Drew ora lavora come docente di sociologia all’Università di Sunderland. Grazie ai suoi anni di militanza nei movimenti, è anche il presidente di Hidayah, un’organizzazione di supporto per i musulmani LGBT+.
Whether you’re celebrating today or tomorrow, from eveyone here at Hidayah, we wish you a pleasant & joyous Eid. Eid Mubarak. #LGBT #LGBTMuslims #EidMubarak #EidAlAdha #UK #London pic.twitter.com/DQu6gB3e82 — Hidayah (@HidayahLGBT) August 21, 2018
Sia che stiate celebrando oggi o domani, da tutti qui a Hidayah, vi auguriamo un Eid piacevole e gioioso
Drew aveva nascosto la propria fede a sua madre perché pensava che non fosse mai “il momento giusto” per diventare musulmano, a causa di tutte le rappresentazioni negative dell’Islam che veicolano i media.
Siccome cresciuto in una città mineraria molto proletaria nell’Inghilterra nordorientale, la sua decisione di convertirsi all’Islam non è stata presa troppo bene dagli abitanti. La reazione dei suoi amici e della sua famiglia al suo “coming out” come musulmano fu molto più “drastica” di quando si dichiarò bisessuale all’età di 18 anni.
“Ho sentito che stavo proprio facendo un secondo coming out. Dirmi musulmano è stato molto più difficile per me perché, sì, l’islamofobia interiorizzata esiste”.
Vivere da musulmano lgbt
Dopo lo shock iniziale, la famiglia e il fidanzato di Drew hanno accettato la sua decisione. Ma alcuni altri amici non soni stati così comprensivi.
“Quando l’ho scritto sui social media, ho iniziato a incassare i feedback”, dice.
“Ricevevo commenti del tipo “come puoi sostenere una religione che uccide gli omosessuali” roba del genere”.
La gente insisteva nel dirgli che si era convertito alla “religione più orribile” e perse persino degli amici che non tolleravano la sua decisione.
Diventare musulmano
Drew è arrivato all’Islam come una persona da sempre interessata alla religione. Ci aveva anche provato col buddismo perché sembrava l’opzione migliore per una persona LGBT.
“Avrei avuto la mia sessualità, avrei avuto la mia religione… e avrei potuto facilmente riconciliarle. Ma questo avrebbe lasciato un vuoto perché credevo ancora in Dio, e il Buddhismo non è una religione basata su Dio.”
Iniziò a conoscere l’Islam insegnando storia delle religioni in una “zona caratterizzata da una working class piuttosto dura”. Una moschea si era aperta nelle vicinanze e l’islamofobia stava dilagando in modo incontrollabile nella comunità. Quindi, per allentare la tensione, segnò l’insegnamento dell’Islam nel curriculum, organizzò gite in moschea per i suoi studenti e cercò di far comprendere meglio questa religione.
Durante questo periodo, l’interesse di Drew per l’Islam crebbe moltissimo, ma non la abbracciò completamente finché uno dei suoi amici più stretti non morì tragicamente.
“Questo è l’accaduto che mi ha più motivato. Avevo perso la persona amica più cara che avevo, mi sentivo perso, non sapevo più quale fosse il mio posto nel mondo. Iniziai a interrogarmi su molte cose,” racconta.
“Avevo bisogno di un po’ di conforto, così ho iniziato a pensare all’Islam ancor più seriamente.”
Oggi è un devoto e prega cinque volte al giorno. Ha persino recitato la shahada – la testimonianza di fede che si recita per diventare musulman* – ad un altro musulmano gay.
“È stato bellissimo” ha detto.
Drew Dalton (al centro) celebra il primo compleanno di Hidayah insieme ad altri membri dell’organizzazione.
Lottare con le misconcezioni
Dire alle persone musulmane e LGBT che non possono appartenere a entrambe le comunità crea un danno alle persone che vivono in quelle intersezioni, secondo Drew.
Sebbene molti credano che la legge islamica sia contro l’omosessualità, la comunità musulmana ha alle spalle una lunga storia gay.
“Puoi essere tutte e due le cose e puoi esserne molto orgoglioso”, afferma.
Ha anche invitato la comunità LGBT ad allearsi alla sua “controparte” musulmana, e non tentare di isolarla.
“Siamo una minoranza nella minoranza. Abbiamo davvero bisogno di persone non musulmane che ci difendano”.
Drew vuole che le persone capiscano che la religione e la sessualità possono coesistere e che il cambiamento avverrà solo dall’interno.
“Penso che ci sia un problema nella comunità LGBT. Siamo così abituati a dire che la religione è sbagliata che siamo riusciti ad opprimere gli altri… adesso siamo intrappolati in quella narrazione”
“Immaginiamo un giovane pakistano cresciuto come musulmano che fa coming out a 18 anni: che fa? Torna nella comunità pakistana e affronta da solo i costrutti culturali per cui lui è sbagliato?
Oppure va alla comunità gay che gli dice “non puoi essere musulmano perché la tua religione ci opprime”?”.
Bifobia
Drew non è estraneo alle critiche alle sua identità. Sapeva dall’età di otto anni di essere attratto da ragazzi e ragazze. Sapeva anche che non era “una fase”.
Affrontare la bifobia per tutta la sua vita lo ha aiutato a farsi una gran scorza dura. E per vivere da un musulmano bianco e bisessuale gli è servita parecchio.
“Ho sempre sentito di essermi distinto un po’ dalla comunità gay per la mia bisessualità”, racconta.
“Aggiungici l’Islam ed imboccherai una strada piuttostro difficile”.
Realizzare le sfide che lo aspettavano è ciò che lo ha portato a Hidayah, perché sapeva bene che trovare una rete di supporto sarebbe stato fondamentale per la sua sopravvivenza.
Il primo compleanno di Hidayah
La Ummah
Sapendo che avrebbe avuto bisogno di aiuto come neo-convertito, alcuni dei suoi amici gay musulmani lo hanno presentato alla “Ummah” LGBT.
“È una realtà ampia e complessa”, dice Dalton riferendosi alla Ummah LGBT.
Nell’Islam, Ummah significa comunità e finché degli amici non gli aprirono gli occhi, Drew non aveva idea di quanto fosse grande e diversificata la comunità mondiale LGBTI musulmana.
Dopo che un amico lo ha aggiunse a una chat privata con centinaia di altri musulmani LGBTI, capì che il mondo debba essere pieno di persone come loro.
Si unì Hidayah offrendosi come volontario e presto si ritrovò nel comitato. Dalton ha dato una mano a sviluppare il sito web dell’organizzazione, ha gestito i social media per un po’e ha contribuito nel fare di Hidayah la rete impressionante che è oggi.
“In quello spazio, mi sono trovato un po’ di più. È stato molto catartico”.
“È stato l’approccio immediato e amichevole a farmi star bene… dal momento che fai parte della Ummah sei benvenuto”.
È molto importante che Hidayah continui a crescere perché Drew sa che là fuori ci sono molti musulmani LGBTI che non hanno il sostegno di cui hanno bisogno.
E lui ha un messaggio prezioso: “Salaam” a tutti i musulmani LGBT, che son tutti invitati nella sua Ummah, in Hidayah.
Grazie a Drew Dalton che ci ha concesso di tradurre l’articolo che lo riguarda.
Sveva Basirah Balzini
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