La wicca, fede neopagana, e in più generale il neopaganesimo non costituiscono una religione unitaria, esistono svariate correnti spesso molto distanti tra di loro, quindi i fratelli, le sorelle, l* siblings hanno dato un contributo collettivo per descrivere la festa del Mabon.
La bellissima foto di copertina è intitolata “Mabon” è della nostra compagna Chiara Astrid, seguitela qui su Instagram
La festa di Mabon è uno degli otto Sabbat (o feste principali) wiccan e del neopaganesimo, indica l’inizio dell’Autunno e celebra la morte del Dio.
I sabbat sono strutturati secondo un ritmo ciclico, a simboleggiare e richiamare la natura che, benché muoia con l’autunno, rinasce comunque a primavera.
Questo è il senso ultimo di Mabon: riflettere sul valore della morte intesa come conclusione del ciclo. Tutto quanto ha una sua fine, in bene e in male, ma questa fine spesso indica semplicemente una fine di stato, non di esistenza. Non a casa il momento coincide con la discesa di Persefone negli Inferi e il dolore di Demetra. Inizia il tempo dei misteri.
Il Dio, è vero, muore, ma morendo si ritira nel ventre della Dea Madre, oramai vecchia (la Dea è distinguibile in Fanciulla, Madre e Anziana e queste tre fasi sono simboliche del ciclo naturale e lunare), per rinascere con il solstizio d’Inverno, quando la luce ricomincia lentamente ad allungarsi.
La rinascita, tuttavia, non è totalmente un mistero o una magia: è semplicemente la forza della vita che ricomincia. In questo senso, il periodo che va dal Mabon al solstizio d’Inverno è un periodo di preparazione al nuovo anno, di pulizia interiore, di ritrovo delle proprie radici (come la famiglia o gli amici cari) e di cura interiore.
A Mabon soprattutto è importante e utile riflettere sull’anno passato: cosa vogliamo eliminare? Cosa vogliamo trasformare? Cosa vogliamo lasciare indietro?
E’ una buona occasione per rinnovarsi dal punto di vista spirituale e materiale, buttando via vecchi vestiti e cose, ripulendosi dalle persone negative e dalle situazioni che non permettono di avanzare. Questo permette di abbracciare il nuovo anno ed essere pront* per accogliere e fronteggiare le novità, perché per accettare il cambiamento bisogna essere pront* spiritualmente e mentalmente.
Non vedo come un o una islamica possa seguire prescrizioni religiose pagane politeiste che prevedono una pluralità di più dei e dee (e non un unico dio, come invece credono islam, ebraismo, cristianesimo), che sono in abominio ad allah ed espressamente viatate nel corano, di associargli divinità o rivolgersi ad altre divinità
Avete davvero le idee molto confuse, in campo teologico. se pensate di poter fare un mischione tra femminismo, islam, sex work e persino paganesimo e di frullare il tutto in un minestrone che pensate possa essere “digeribile” e accettato dal dio islamico.
Nel corano, è chiara la fine che fanno i non-islamici politeisti, gli atei, e anche chi commette “peccati”, secondo l’etica islamica, prima tra tutti l’omosessualità e la fornicazione (“sex work”)
per cui, se avete rapporti omosessuali o vi date al “sex work” e vi professate islamici\islamiche non siete coerenti con la religione islamica, e non allietate il vostro dio. è chiaro quale sarà la sorte che attende chi non “è un bravo e vero musulmano” esattamente come chi non è “islamico”.
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Il nostro è un progetto di femminismo intersezionale. In SLUM sono parte della famiglia moltissime persone neopagane, che rispettiamo e con cui lavoriamo
Speriamo di averti chiarito quale sia il nostro concetto di pluralità, e di digerire bene stasera
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