L’articolo originale consiste in una comunicazione ufficiale del 18 marzo da ICRSE (International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe) in più lingue (la trovate qui), la seguente traduzione verso l’italiano è di Martina Serusi.
ICRSE chiede al governo nazionale di agire urgentemente per assicurarsi che i/le/* sex workers, insieme alle loro famiglie e comunità, abbiano accesso alle protezioni sociali durante la pandemia del COVID-19.
Dal momento che molti paesi hanno imposto il lock-down, l’autoisolamento e restrizioni di viaggio, molt* sex workers perderanno gran parte – o tutte – delle entrate, affrontando disagi finanziari, incremento della vulnerabilità, povertà e perdita della casa.
Spesso viene criminalizzata la natura del sex work e questo significa che molt* non potranno di accedere alle misure di previdenza adottate per altr* lavoratori/lavoratrici/*, come la malattia retribuita.
Molt* sex workers provengono da comunità che già devono affrontare alti livelli di marginalizzazione ed esclusione sociale, ossia persone che vivono in povertà, migranti e rifugiat*, trans e tossicodipendenti.
I/le/* sex workers che sono i principali sostegni economici della famiglia o che non hanno alternative, rischiano di venire forzat* in una ancora più precaria e pericolosa situazione in cui tentare di sopravvivere.
Molt* sex workers stanno riportando:
· Un drastico calo delle entrate;
· Chiusura dei posti in cui continuare a lavorare;
· Mancanza di fondi per poter pagare beni di prima necessità, sostenere la famiglia e persone che dipendono da loro;
· Impossibilità di accedere ad ambulatori o altri servizi sanitari che hanno chiuso o diminuito la propria attività;
· Aumento della pressione e del rischio mentre si lavora per assicurarsi un’entrata.
La pandemia sta rivelando, con estreme conseguenze, il modo in cui i/le/* sex workers sono costrett* a operare ai margini, in condizioni di precarietà, senza protezione garantita ad altr* lavoratori/lavoratrici/*.
L’ICRSE sostiene gli sforzi del governo per il controllo della trasmissione del virus.
Tuttavia, le misure sanitarie che non considerano che la maggior parte dei gruppi emarginati si mettono a rischio.
Nelle misure di previdenza e soccorso emergenziale, i governi devono assicurare di raggiungere tutte le persone che lavorano e sono escluse dall’economia ordinaria.
Il governo deve garantire:
· Immediato, appropriato e semplice accesso finananziario per i/le sex workers in crisi;
· Impedire gli sfratti e fornire un alloggio di emergenza per sex workers senza tetto;
· Una protezione tra autorità che si occupano di immigrazione e servizi sanitari;
· Accesso ai servizi sanitari per i/le sex workers, indipendentemente dal loro stato di migranti;
Tutte le misure riferite al sex work devono basarsi sulla salute pubblica e sui diritti umani e devono essere sviluppate in collaborazione e con la consulenza delle persone che operano nell’ambito del sex work in modo da limitare qualsiasi impatto negativo.
Questa crisi senza precedenti richiede una significativa collaborazione tra tutti gli ambiti della società, inclusi quelli più marginalizzati.
Solo coinvolgendo i/le/* sex workers si potrà ottenere una chance per limitare questa pandemia e porvi fine.
“I/le/* sex workers non sono il problema, ma parte della soluzione”
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