Questa è la posizione di TAMPEP (che trovate qui). La traduzione è di Martina Serusi.
Il coronavirus continua la sua trasmissione ad una velocità senza precedenti in tutto il mondo, TAMPEP (network europeo per la promozione dei diritti e salute dei/delle sex workers) condivide una grande preoccupazione per tuttə i/le/* sex workers, in particolare migranti, i/le quali si trovano ad affrontare ulteriori pressioni che riguardano la mancanza di mezzi di sussistenza, il dover vivere per strada, le restrizioni sui movimenti, la mancanza di un ricorso a fondi pubblici e i continui timori dovuti a provvedimenti sull’immigrazione e conseguenti detenzioni.
Gli sforzi che i/le/* sex workers, insieme ad altre organizzazioni che si occupano di diritti umani, stanno portando avanti per combattere le gravi conseguenze del virus, mostrano una comunità resiliente e interconnessa nel momento in cui è più richiesto.
Si continuano ad affrontare strutture e limiti che impediscono ai/alle migranti e sex workers di accedere a finanziamenti statali, sistema sanitario e supporto sociale già garantito ad altre categorie.
Migranti e sex workers continuano a temere ripercussioni dovute alla mancanza di residenza fissa e impossibilità di lavorare, in un momento in cui la sopravvivenza umana dipende dalla protezione delle persone più vulnerabili.
A questo punto, è necessario aggiungere alle nostre istanze la richiesta di protezione e supporto per le persone migranti e sex workers.
Alla luce della questione COVID-19, TAMPEP chiede azioni urgenti al fine di creare misure per la sicurezza dei/delle/* migranti sex workers.
TAMPEP chiede ai governi europei di
– assicurare accesso alla sanità per i/le/* migranti.
Questo significa sospendere immediatamente tutte le raccolte e condivisioni dati che hanno a che vedere con leggi anti-immigrazione, lanciando invece una campagna pubblica che possa mettere in chiaro come i servizi per la salute siano accessibili e disponibili a tuttə senza che persone migranti o sex worker subiscano ripercussioni
– assicurare a tuttə i/le/* migranti l’accesso a servizi pubblici essenziali, sospendendo quindi l’impossibilità di ricorso ai fondi pubblici
– rassicurare queste persone affinché non debbano temere provvedimenti giuridici penali per essere stati coinvolti in lavori criminalizzati, nel momento in cui tentano di accedere a servizi pubblici e previdenza sociale temporanea
– assicurarsi che nessunə venga trattenutə in violazione delle condizioni del visto temporaneo, non rinnovato a causa dell’isolamento – ad esempio – o per l’impossibilità di rientrare nel proprio Paese verso cui sarebbe impossibile viaggiare o in cui non è sicuro farlo.
Dunque, si ritiene necessario estendere o modificare i permessi di soggiorno
– rilasciare chiunque sia detenutə a causa di provvedimenti anti-immigrazione così da ridurre il rischio di COVID-19 nei centri di detenzione, causando danni che possono essere evitati
– fornire supporto specialistico per chi alloggia in sistemazioni condivise, incluse quelle in cui vivono moltə migranti e sex workers che al momento sono senza fissa dimora a causa della perdita dei posti di lavoro e dunque impossibilitatə ad avere accesso a servizi sanitari
– assicurare alle persone che contano sulle entrate generate dal sex work di rientrare nelle misure finanziarie previste per altrə lavoratori/lavoratrici/*, indipendentemente dalle leggi che regolamentano questa forma di lavoro
Gli effetti di questa pandemia preoccupano tuttə e per la comunità di cui siamo portavoce – migranti sex worker e sex worker in generale – le conseguenze sono già drammatiche.
Dobbiamo continuare a condividere gli aggiornamenti locali e nazionali così da mettere in evidenza gli sforzi che i/le/* sex workers stanno compiendo.
L’ICRSE ( International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe) sta compilando una dichiarazione che copra queste aree in cui si invitano tuttə gli attivistə e alleatə a visionare e contribuire.
TAMPEP
Photo Credit of Image used in News Story To Arika
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