La polizia s’indispettisce quando le femministe lavorano meglio. Solidarietà alla Magni*fica – SLUM

* usiamo il femminile inclusivo

L’occupazione da parte delle compagne de La Diavola Veste Pride (e non solo) è andata liscia per poco, il tempo di quattro giorni e a causa dello sgombero delle forze dell’ordine. La presa di Villa Basilewsky, ex sede del Sert e del Centro di salute mentale, in via Lorenzo il Magnifico a Firenze è avvenuta solo venerdì sera a seguito della Pride, anarco-queer e completamente slegata da qualsiasi partecipazione statale, marciata dalle compagne transfemministe in Piazza San Marco e poi sfociata felicemente nell’abitazione dell’edificio. Finalmente la Villa abbandonata si è trasformata in un luogo abitato e in un safer space per tutte le soggettività discriminate e schiacciate. Su Facebook leggiamo il post festoso che recita:

Nuova occupazione transfemminista a firenze.
Nasce la magni*fica occupata!
VIA LORENZO IL MAGNIFICO 100

Chi sono le Magni*fiche

Immediatamente il novello spazio liberato e autogestito de la Magni*fica (La Magnifica Occupata casa delle Donne tfq) ha preso vita con assemblee aperte, proiezioni di film femministi e cineforum, eventi dedicati all’arte, aprendo un aula studio e soprattutto un importantissimo sportello antiviolenza e spazio d’ascolto per le persone survivor. Nel giro di pochi giorni lo spazio ha cercato di emanciparsi dai vecchi femminismi escludenti e non intersezionali e dalla burocrazia (talvolta, inefficienza su vari piani) dei Centri Antiviolenza; infatti, se già per la Pride Magni*fica aveva stretto collaborazioni con associazioni e realtà LGBT+, queer, transfemministe e femministe intersezionali, dichiara via Facebook (qui) la propria ‘carta dei valori’ di cui riportiamo 2 punti su 12 (titolati “Il nostro femminismo”, “Autogestione nell’antiviolenza”, “Autonomia Transfemminista”, “Lo stupratore è il colpevole!”, “Autodifesa transfemminista”, “Presa di parola di donne e lgbtqia+”, “Sex Work”, “Salute delle donne, delle individue lgbtqia+”, “Salute mentale”, “Una casa per tutte”, “Razzismo”, “Riappropriazione storica e culturale e rielaborazione e informazione”).

I IL NOSTRO FEMMINISMO
Il nostro femminismo è transfemminista, antiautoritario, orizzontale e intersezionale. Prendiamo le distanze da ogni femminismo che escluda le identità trans, che escluda le lotte delle sex workers, che non sia contro ogni autoritarismo, che non si schieri con i corpi non bianchi, che non sia antimilitarista, contro ogni colonialismo e profondamente antifascista.Il nostro femminismo riconosce nell’omotransfobilellotuttofobia e nel razzismo la stessa matrice della violenza contro le donne cis, una violenza strutturale della società e alla base dell’esistenza di stati e nazioni.Per questo sappiamo che non basterà una semplice riforma delle istituzioni, o inserire donne, persone lgbtqia+ e persone non bianche all’interno delle istituzioni per superare la violenza di genere.

II AUTOGESTIONE NELL’ANTIVIOLENZA
Siamo stanchx di centri antiviolenza che non bastano, che soccombono alla burocrazia, all’avere documenti e residenze o meno, all’avere cittadinanze o meno.Vogliamo costruire un centro antiviolenza e d’ascolto che possa accogliere tuttx, dove non ci sia la macchina della burocrazia a rallentare e inceppare delle risposte adeguate alla violenza di genere.Uno spazio dove vengano costruiti strumenti tramite l’autoformazione collettiva, dove maturare pratiche e teorie di autodifesa diretta, di risposta alla violenza e di supporto alle sorelle soffocate dal patriarcato.

il logo di Magni*fica

Lo sgombero

Solo stamattina, però, la Magni*fica è finita sotto attacco. Il caos calmo delle elezioni e del referendum, due giorni che a moltu sono parsi un’occasione fondamentale per scegliere per il Bel Paese, è esploso immediatamente. La polizia s’è svegliata presto e verso le 9-10 la pagina Facebook della comune scriveva:

Sgombero in corso g3nt3 sul tetto accorrete
Ci stanno sgomberando accorrete subito in via Lorenzo il Magnifico 100

Le magni*fiche hanno scritto successivamente che la polizia non ha consentito loro di recuperare il loro cane, Dioniso, che in una fotografia è in mezzo alla strada, della presenza dei vigili del fuoco per sgomberare il tetto e di essere state chiuse dentro e coperte di insulti. Verso le dieci le compagne scrivono:

Ci hanno chiuse dentro senza poter guardare neppure fuori
Sessismo, offese, machismo questo lo subiamo tutti i giorni ma le forze dell’ordine ne fanno il loro modo operandi

La preoccupazione per le compagne è tanta. Il maledetto Decreto Sicurezza emanato sotto il governo Conte e con la firma dell’ex ministro dell’interno M. Salvini aveva inasprito le pene per le occupazioni abusive e incrementato l’aggressività del sistema delle forze dell’ordine (basti pensare all’introduzione del taser). L’associazione laboratorio avvocati investigatori criminologi, LAIC, riporta (qui):

Il 3 dicembre 2018 è stata pubblicata in G.U. la Legge di conversione del c.d. decreto sicurezza. Si tratta della L. 1 dicembre 2018, n. 132, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia, fra le altre, di sicurezza pubblica.

Tra le novità di interesse penalistico, vi è il ripensamento dell’art. 633 c.p., dedicato all’invasione di terreni o edifici.

In particolare, chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032.

Si applica, peraltro, la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata.

Infine, se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata.

Pertanto, se ad esempio due persone invadono arbitrariamente un edificio pubblico, al fine di occuparlo, e una delle due è palesemente armata mentre l’altra ha organizzato l’invasione, rischiano entrambe una condanna alla reclusione da due a quattro anni e alla multa da euro 206 a euro 2.064. Per l’organizzatore la pena sarà ulteriormente aumentata fino ad un terzo.

Il testo dell’art. 633 c.p. precedentemente in vigore, meno aspro, era invece il seguente: “Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032.

Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d’ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi”.

Le compagne avevano peraltro già avuto vita difficile con la polizia e la Digos. Un post del 7 agosto (qui) riporta che finita l’assemblea per l’organizzazione della Pride, “una macchina di compagnx è stata fermata dalla digos, trattenuta per impedire a tutti i costi di raggiungere piazza s.spirito”; hanno così cercato di spostarsi in piazza del carmine, ma scatta una rissa in seguito a degli insulti omofobi di alcuni astanti. La digos impedisce alle compagne di reagire e scatta la violenza, cercano di infatti di sequestrar loro la cassa e un tavolino di plastica, cominciando a prenderle a calci e schierandosi dalla parte degli aggressori. I media riporteranno i fatti in maniera completamente distorta, inaccurata e di parte.

Più volte sono state denunciate in pagina le violenze della polizia, a livello internazionale e locale, e questo non dev’essere piaciuto ai manganello-dotati. Stiamo ancora aspettando aggiornamenti per conoscere il destino delle nostre sorelle e sapere che cosa è possibile fare per loro.

Sorellanza da parte nostra

Noi del collettivo di SLUM ci siamo trovate tante volte faccia a faccia con la polizia, come individualità, raccogliendo umiliazioni e ore e ore di interrogatorio al momento di sporgere una denuncia per violenza contro i nostri abuser, manganellate ai cortei, episodi di razzismo e islamofobia in questura e negli spazi pubblici, paternalismi e offese laddove nessuno poteva documentare certe nefandezze. “Noi siamo la legge“, mentre noi oppresse siamo quelle che la legge dovrebbe proteggere, ma non succede mai. Siamo la parte lesa e stuprata più volte da una fetta enorme e incontrastata delle forze dell’ordine, dai tribunali e da chi, impunemente e tranquillo, fa del male a noi donne, froce, nere, attiviste.

Quello che facciamo non disturba queste persone soltanto per la violazione delle leggi (presunte o meno) o perché rappresentiamo la distruzione degli status quo, ma anche perché facciamo il loro lavoro meglio di quanto vogliano e abbiano mai fatto. I nostri sportelli autogestiti, le nostre azioni dal basso, il nostro mutuo-aiuto e le collaborazioni con professioniste compagne li disturbano e quando una vittima di una qualsiasi violenza si presenta a denunciare viene torchiata, insultata, gaslightata e derisa insieme a chi l’accompagna, sia quest’ultima una soggettività o una membro di un’associazione; quando apre un centro occupato più efficiente di qualsiasi caserma (e non solo) italiana, s’incazzano e sgomberano.

Restiamo unite nella lotta e nell’attivismo dal basso, contro ogni violenza e per la sovversione del sistema patriarcale che ci strozza e ci cancella. Grazie a tutte coloro che, unendosi con o senza una forma associativa, specializzandosi, accogliendo e lottando nella forma che preferiscono, contribuiscono a rendere alcuni spazi più vivibili di altri e le strade piene.

Sono l’unica mia. esprime tutta la sua solidarietà a Magni*fica, augurando alle attiviste di rimettersi immediatamente in piedi e augurandosi che la resistenza continuerà nell’occupazione. Siamo pronte a sostenervi nei modi possibili qualsiasi cosa succeda. Forza!

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