La morte di 26 di noi – NUDM Salerno con SLUM

Questo testo è un comunicato di Non Una Di Meno – Salerno che condividiamo unendoci al dolore e alla rabbia. Invitiamo voi tutt* a partecipare ai tavoli di Non Una Di Meno, portate il vostro apporto e i vostri spunti anche a quello dell’immigrazione! Partecipiamo alla marcia del 25 Novembre a Roma, tenetevi aggiornat* sul sito di NUDM. Grazie a Paola per il testo!

Come Non Una Di Meno Salerno non possiamo tacere sulla tragedia che ha toccato la nostra città.
Il 5 novembre, a bordo della nave Cantabria, sono arrivate nel porto di Salerno circa 400 persone che avevano provato la traversata del Mediterraneo e, purtroppo, anche i corpi di 26 donne, morte durante il tentativo. Di loro non si conoscono ancora neanche i nomi, per i media si tratta di donne giovanissime, molte probabilmente provenienti dalla Nigeria. 26 donne in meno, nostre sorelle che, come tant* altr*, avevano messo a rischio la propria vita per provare a viverne una migliore. La loro morte si aggiunge a quella di decine di migliaia di persone decedute negli ultimi anni nell’attraversare i confini di un’Europa blindata.
Le leggi italiane ed europee non permettono in nessun modo alle persone dei paesi africani e asiatici più poveri di arrivare in Europa in maniera sicura e regolare, non concedono i visti per partire e perciò diventa impossibile per queste persone prendere semplicemente un traghetto, un aereo o superare le frontiere terrestri, come possiamo fare noi occidentali, in piena sicurezza e con un costo accessibile. Le leggi emanate dai governi europei costringono dunque le persone ad affidarsi a pericolosi viaggi terrestri e marittimi, al pagamento di migliaia di euro, a subire violenze e torture durante il tragitto, che può durare anni, e costare la vita. I nostri governanti e le loro leggi sono i responsabili di queste morti. Ipocritamente, compiangono le loro vittime, si atteggiano a salvatori dei/delle sopravvissut*, blaterano di un’accoglienza che è segregazione e sfruttamento per i più; nel mentre sfruttano i Paesi da cui le persone saranno costrette ad emigrare, rafforzano le frontiere, finanziano governi autoritari e missioni militari, aprono campi di concentramento. Mentre qualcuno esulta e minimizza, noi no, noi ora piangiamo. Che questo dolore e questa rabbia ci rendano ancora più determinate a lottare finché non vedremo la fine di ogni forma di violenza istituzionale, del sistema delle frontiere e di gestione delle persone.

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