Io umano. E tu di che razza sei? – SLUM

Pare che con la paura di entrare in contatto con culture, etnie e religioni diverse, improvvisamente -e non troppo- l’essere umano torni ad appropriarsi di concetti vecchi di circa 200 anni. Ricordo con particolare malessere le teorie di Gobineau sul razzismo bilogico poligenetico: i bianchi risultavano essere sempre i vincitori assoluti perché belli, eterei e conquistatori. Il gene della perfezione indossava gli occhi azzurri, insomma. Tutto quello che sfumava dal giallo al nero non aveva valore. Ma Gobineau era un incurabile pessimista: si era convinto che fosse impossibile fermare il mescolamento delle razze: i bianchi, prima o poi, si sarebbero estinti e “addio perfezione celestiale e coloniale”, “addio antica civiltà”. Le sue teorie apocalittiche sulla distruzione della società tutta molestarono talmente tanto i successivi studi di matrice pseudo-scientifica che un gruppo di folli ‘positivisti’ monogenetici incominciò a pensare che la deriva della razza bianca si sarebbe potuta fermare, e con lei anche il declino della civiltà e il moltiplicarsi di nascituri senza intelletto, brutti e storpi.

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fotografia di Oliviero Toscani dalla raccolta “Razza Umana” (sito web: http://www.razzaumana.it)

Lo ricordate Alan Turing? Se oggi possiamo navigare in internet lo dobbiamo proprio a lui: padre dell’intelligenza artificiale, neurologo, fisiologo e inventore dell’omonima Macchina considerata la base necessaria dalla quale si è sviluppato il moderno computer… un genio, in poche parole. Lui, poveraccio, aveva avuto la sola colpa di essersi fatto accusare di omosessualità. Era sposato, aveva una bellissima famiglia e forse amava gli uomini. Ma le leggi inglesi, ai quei tempi, praticavano molto attivamente le teorie positiviste monogenetiche: il difettoso poteva essere corretto con la castrazione chimica e la sterilizzazione. Quindi, dopo un misero processo bufala, Turing fu castrato con una cura ormonale, gli crebbe il seno, smise di insegnare all’Università perdendo la Cattedra, la sua reputazione fu distrutta e venne costretto ad affrontare quel lungo periodo di sofferenza fisica e psicologica che all’età di 41 anni lo portò al suicidio.

Non crediate che l’Inghilterra a quei tempi fosse l’unica realtà statale ad avere leggi raccapriccianti e abominevoli. Tutta l’Europa del nord si lanciò in una rincorsa alla modificazione forzata dei geni malevoli con una castrazione e sterilizzazione a tappeto che colpì omosessuali, pedofili, persone con abilità ridotta, criminali di ogni tipo, donne considerate un ‘disturbo’ per la società, malati di mente. Chiunque fosse portatore di un gene ritenuto malato finiva nel calderone dei condannati. Nel 2009, grazie ad una petizione, l’Inghilterra ha posto pubblicamente le sue scuse ad Alan Turing che -sapete com’è- non ha potuto godersele neppure per un secondo, visto che mangia terra dal 1954. Quanti anni ci sono voluti per ammettere dinanzi al mondo che quegli atti furono di una crudeltà immane? Si sa, volenti o nolenti, la memoria storica non ha alcuna valenza: puntualmente si ritorna a commettere i soliti beceri e barbari errori.

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fotografia di Oliviero Toscani dalla raccolta “Razza Umana” (sito web: http://www.razzaumana.it)

La genetica ha dimostrato che esiste un’unica razza, quella umana. Inutile stare lì a ciarlare sulla possibilità che gli studiosi di tutto il mondo da Occidente a Oriente si siano sbagliati per puro caso. La vita non è un caso. Non lo è neppure la pelle bianca che arriva direttamente da una mutazione genetica dei “neri dell’Africa”. Già: siamo tutti africani. E pare che questa cosa faccia molta più paura della morte. L’incarnato pallido, gli occhi azzurri e le gote rosee sono frutto di un processo di adattabilità al territorio e al clima nordico: per ogni processo evolutivo vale sempre la Legge di Darwin. Gli esseri umani sono fatti per nascere, riprodursi e morire. Se domani arrivasse un’altra Era Glaciale chi pensate sopravviverebbe? Il più forte: e per forte non intendo il più ‘ariano’ bensì colui il cui corpo potrà resistere al nuovo clima atmosferico e alle avversità che si troverà ad affrontare. Più della metà della razza umana -l’unica ammissibile- verrebbe spazzata via e l’evoluzione riprenderebbe quel percorso che non si è mai interrotto ma che ad occhio nudo sulla nostra pelle non percepiamo.

Eppure tutta la nostra esistenza è una continua evoluzione. Il contatto con un’altra realtà culturale, sociale e religiosa mette sempre in discussione chi siamo, che valore diamo alle cose, che cosa pensiamo realmente delle inesattezze del mondo. Ci sentiamo indifesi nel vedere andare perduti quei punti fermi che credevamo fossero gli unici orizzonti possibili. Ci sentiamo spaesati perché inghiottiti da un processo inarrestabile di globalizzazione: vogliamo mantenere vive le nostre radici e le nostre genealogie erigendo spesse mura e scavando fossati quando la migliore risposta sarebbe la condivisione di uno spazio che appartiene a Madre Natura e non all’essere umano.

Risucchiati dalle nuove reti sociali, abbandonati in una realtà numerica che non riconosciamo, privati dei nostri luoghi comuni, indeboliti dalla routine esasperante, abbattuti dalla nuova povertà guardiamo alla vita con diffidenza incolpando l’altro-da-noi di essere l’artefice di tale spaesamento.

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fotografia di Oliviero Toscani dalla raccolta “Razza Umana” (sito web: http://www.razzaumana.it)

La verità è che il mondo come lo conoscevamo, piccolo e familiare, si è evoluto con grandissima velocità lasciando dietro coloro che non hanno avuto la forza di correre allo stesso ritmo; e la colpa non è di chi ci vive accanto, non è di chi migra, non è di chi ha la pelle scura e gli occhi color nocciola. Siamo tutti esseri umani che navigano nella stessa direzione e con strumenti diversi. Il capitalismo, i potenti, le banche, i governi hanno posto in noi il seme della discordia: e basterebbe renderci conto di questo per porre la questione della ‘razza’ sotto un’altra luce. Una luce più chiara, più vera.

Io temo arriveranno tempi bui per i fautori delle teorie della razza perché le azioni fasciste alle quali stiamo assistendo, i partiti dichiaratamente xenofobi e razzisti sono solo il margine di errore che ci si può aspettare in una società confusa dalle continue evoluzioni. Non prevedo regresso ma progresso. Sono più forti e temerari i cuori di coloro che, pur avendo avuto paura di perdere la bussola, non hanno lasciato che il razzismo e l’odio cieco prendessero il sopravvento.

Cambieranno le mode, la tecnologia farà passi da gigante e un nuovo Gobineau nascerà più forte di prima convinto che stavolta potrebbe arrivare il suo momento. E noi saremo ancora lì a dimostrar lui che la razza umana ha imparato dai suoi errori, che nessuno sterminerà più intere popolazioni con la scusa dell’assenza dell’anima come accadde nelle Americhe più di 500 anni fa. Costruiremo un mondo nuovo basato su valori di comprensione, condivisione e dialogo. Il futuro della terra appartiene a chi ha il coraggio di mettersi in discussione forte del suo essere umano, forte del suo essere universale.

Ester Arguto

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