Ma le pole-dancer leggono Camus? – SLUM

Il sessismo è lontano dall’essere superato; la cultura
maschilista è viva e vegeta proprio nel cuore artistico dei media. Il caso di Matteo Vicino, regista italiano e misogino dichiarato

A oggi, la percezione di massa è che in Italia del femminismo non ce ne sia bisogno. Eppure, come in un brutto disaster movie, il folle delira parlando di discrepanza tra sessi senza che nessuno lo ascolti mentre la realtà continua più o meno silenziosamente a provare il contrario: basti pensare alle posizioni dell’attuale
ministro italiano per la famiglia, Lorenzo Fontana, su aborto e ruolo delle donne nella società.
Ma se negli ambienti più “tradizionali” questo ritorno alla percezione classica dell’angelo del focolare passa in secondo piano rispetto ad altri temi altrettanto importanti sui quali impegnare il proprio dissenso, cosa ne facciamo, invece, dell’avversione contro il genere femminile negli ambienti artistici e nello sport?

Se è vero che per stabilire il grado di civiltà e il valore di un Paese bisogna guardare alla fetta più giovane, quella col fervore creativo e la mission di ribaltare lo status quo, allora diamo un’occhiata all’Italia della Settima arte: un caso recente è quello
del regista italiano Matteo Vicino, autore di diversi film distribuiti nelle grandi sale e
su Netflix – come “Outing – Fidanzati per sbaglio” – e di alcuni articoli di Rolling Stones – tra i quali uno, in particolare, giudicato controverso per le sue derive maschiliste dal titolo “Se sono single è colpa dei vostri selfie” -ne trovate un’analisi di LezPop qui.

In seguito a una discussione in toni civili relativa a un post sul comportamento di Serena Williams agli Us Open che avveniva sul profilo della vicepresidente della società sportiva Atelier Marika Polemood, il regista decide di dare sfogo alla sua visione riguardo il gentil sesso utilizzando terminologie inaccettabili – i suoi commenti, che trovate qui sotto, parlano da sé.

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La questione è grave perché si tratta di un regista, seppur minore, al quale viene dato spazio nella produzione di contenuti culturali diffusi in massa e che si sente legittimato alla misoginia sui social network come fosse un Far West in cui tutto è concesso, delle acque internazionali fuori da qualsiasi giurisdizione civica e morale, e in quanto tale va denunciato a costo di dare vita a polemiche su cosa sia il maschilismo oggi in Italia.
Non sono da biasimare le persone che il femminismo lo percepiscono come
estraneo: è pur vero che viene spesso utilizzato come banderuola per giustificare comportamenti femminili inappropriati e per bollare tutti gli uomini come molestatori e colpevoli, e chi ci perde in primis, ovviamente, sono le persone che ne necessitano
sul serio. Questo è il motivo per il quale il femminismo dovrebbe cambiare pelle e diventare
una scelta cosciente e militante per l’uguaglianza sostanziale di tutti, uomini e donne, in politica, nell’arte o nello sport – se sono maschio e pratico un’attività sportiva parzialmente nudo, nessun Vicino penserà di non prendere sul serio le mie opinioni o darà per scontato che non ho mai letto Albert Camus, e voglio che
sia così per tutti gli esseri umani.
Non avere più bisogno del femminismo sarebbe un sogno per tutti, e non bisogna perdere le speranze affinché quel giorno arrivi. Ma perché succeda, minimizzare e
demonizzare questo movimento culturale e sociale come non riguardasse l’intera popolazione è una scelta stupida, poiché il sessismo è lontano dall’essere morto; è vivo e vegeto proprio nel cuore artistico dei media, oltre che nel freddo cervello delle istituzioni politiche. Speriamo vivamente non sia questa l’intellighenzia, l’élite culturale in Italia, quella con la quale i giovani devono confrontarsi per fare strada.
Quello che è certo è che Vicino ne è convinto e, purtroppo, non è un’eccezione.

articolo di Ilena Ilardo,
a cura di Giulia Vigna, Marika Marciano e Flavia Morandini

2 risposte a "Ma le pole-dancer leggono Camus? – SLUM"

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  1. questo tizio è un imbecille. le donne si triccano, si vestano e ballano su un palo per se stesse, e anche se lo fanno per attrarre sono scelte legittime, anche un bell’uomo può ballare e mostrare il corpo per attrarre le donne. e credere che una donna che fa pole dance non possa leggere camus è idiota

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